Nel mese di marzo 2018 si è tenuto a Roma un incontro pre-sinodale. Vi hanno partecipato trecento giovani da tutto il mondo. A tutti coloro che non hanno potuto partecipare è stato chiesto di aggiungersi ai gruppi creati su Facebook, diversi gruppi in lingue diverse, onde poter discutere e rispondere alle quindici domande che erano state poste ad ogni gruppo. Io faccio parte del gruppo di lingua inglese.
Anche se il tempo per rispondere alle domande era molto poco, ognuno di noi ha contribuito dando la sua risposta e facendo le nostre osservazioni. Però, quando è uscito il documento finale, che doveva essere il sunto delle nostre riflessioni, ci siamo accorti che non vi erano esposte le osservazioni e i pensieri che il nostro gruppo aveva espresso. Ci siamo sentiti delusi e non presi in considerazione, perché le conclusioni riportate non riflettevano ciò che noi avevamo manifestato.
Quel documento non ci rappresenta perché tante cose che avevamo scritto sono state ommesse o cambiate. Quando abbiamo chiesto chiarimenti circa i cambiamenti che non riflettevano le nostre posizioni, i responsabili del nostro gruppo di lingua inglese ci hanno accusato di essere «una lobby».
Posso confermare che noi non siamo una lobby e non abbiamo alcun interesse politico o religioso. Siamo solo giovani che hanno riposto molte speranze in questo sinodo e perciò ci sentiamo tristi e delusi. Ma la nostra preoccupazione non è stata presa bene da questo gruppo e per questo ci siamo riuniti insieme per parlare e discutere le nostre preoccupazioni.
Dopo ciò che è accaduto, proprio perché non ci siamo sentiti rappresentati dal gruppo di Facebook originario, abbiamo creato, sempre su Facebook, un altro gruppo che si chiama A Response to the Final Document of the Pre-Synod 2018. Attualmente siamo 188 membri, di ogni parte del mondo. In più abbiamo ricevuto 276 richieste di giovani che hanno chiesto di aggiungersi. All’inizio avevamo sei amministratori per questo gruppo: due dagli Stati Uniti, due dalla Polonia, uno dalla Cina e uno dal Pakistan (che sono io). Poi un amministratore ha dovuto lasciare per ragioni personali, ma ha continuato a partecipare al gruppo.
Allora, prima abbiamo discusso le cose che non abbiamo trovato giuste nel documento finale, poi abbiamo deciso di scrivere la risposta in due parti. Dopo aver fatto una buona ricerca, diciassette di noi, con il feedback di ogni membro del gruppo, hanno scritto la prima parte di questa risposta. L’abbiamo pubblicata il giorno della festa di Pentecoste. Il documento originale è in inglese ma con l’aiuto dei amici italiani l’abbiamo tradotto anche in italiano.
Una volta pubblicata la prima parte della nostra risposta, tutti noi abbiamo cercato di condividerla con i vescovi e i cardinali delle nostre rispettive diocesi. Abbiamo anche cercato di raggiungere i media in modo che più persone potessero leggerla.
Sfortunatamente la nostra risposta ha ricevuto più critiche che feedback positivi, ma a prescindere da ciò abbiamo iniziato a lavorare sulla seconda parte che doveva essere pubblicata nella festa del Corpus Domini. Purtroppo non siamo riusciti a farlo in tempo poiché la seconda parte della risposta era più complessa. Infine siamo stati in grado di finirla, ma aveva ancora bisogno di alcune correzioni. Un collega ha preso la responsabilità di apportare le correzioni. Ma durante questo periodo, mentre il nostro collega stava correggendo, molti scandali relativi alla Chiesa sono emersi attraverso i mass media ed è stato pubblicato l’Instrumentum laboris del sinodo, un testo che da molti non è stato preso bene e ha creato molte polemiche.
Le notizie sugli scandali hanno rallentato il ritmo del nostro lavoro e ogni volta che chiedevo ai miei colleghi a che punto fosse la seconda parte del documento dicevano che non avevano trovato il tempo, ma soprattutto che avevano pensato che non c’era più motivo di lavorare. Per loro era «troppo tardi». Alcuni di noi hanno provato a motivarsi a vicenda, ma potevo vedere che qualcosa non andava.
I mesi passavano e la seconda parte della risposta non era pronta. Ho avuto la sensazione che i miei colleghi avessero rinunciato.
Qualche giorno fa, quando ho chiesto loro se pubblicheremo la seconda parte, uno ha affermato che non c’è più bisogno di pubblicare la seconda parte a causa di tutti gli scandali di cui si parla nei media. A questo punto non ho più insistito e ho scelto di lasciarlo stare.
Però mi sono sentita molto triste, perché mesi fa questi stessi colleghi erano molto decisi a pubblicare una risposta, per difendere la Verità e far sentire la propria voce. Alcuni rimasero svegli fino alle quattro del mattino per lavorare su questa risposta, altri si incontrarono da punti diversi ed estremi del mondo, e adesso all’improvviso avevano rinunciato a tutto.
Così ho visto quanto poco spazio rimanga in questo mondo per la Verità.
Il motivo di questo sinodo era quello di ascoltare i giovani e aprire la Chiesa a loro. La Chiesa voleva avvicinarsi ai giovani, ma sembra che li abbia semplicemente allontanati.
Ricordo quanto ero emozionata quando sentii che la Chiesa voleva dedicare il prossimo sinodo ai giovani. Ma ora mi chiedo se la Chiesa in realtà abbia voluto ciò che ha detto all’inizio. Perché chiaramente sembra che non sia vero.
Ci sono così tante sfide per i giovani nel mondo di oggi e questa esperienza non fa altro che peggiorare le cose per loro.
Credo che ora i giovani continueranno a partecipare alla Santa Messa, ma la loro fiducia nella Chiesa rimarrà sempre influenzata da questa esperienza. Mi viene in mente la parabola della pecora smarrita. Il pastore lascia le sue novantanove pecore per andare a cercare quella che è smarrita. Ma non vedo nessuno che viene a cercare queste pecore smarrite. Pecore che non sono smarrite perché non hanno seguito il loro Pastore, ma perché il Pastore non si è preso cura di loro.
È triste vedere i giovani arrendersi dopo che hanno avuto grandi speranze dal sinodo.
Tutto ciò che rimane ora è la preghiera! Preghiamo affinché la Chiesa ed i suoi leader siano in grado di vedere che cosa stanno facendo.
Chi vuole può leggere la prima parte della nostra risposta qui: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/07/12/una-risposta-al-documento-finale-del-pre-sinodo-2018/
La verità è che da molto tempo ci sono pastori che non hanno interesse a guidare le pecore , ma cercano di riformare la Chiesa secondo le loro idee umane .A noi non resta come hai detto che pregare, purtroppo come buoni esempi edificano ,quelli cattivi demoralizzano...dobbiamo rimanere ancorati alla roccia che è Gesù ,al Santo Vangelo , al Rosario benedetto di Maria e sempre più fortemente all'Eucarestia. Shalom
ora viene Sant'Agostino con la catechesi sui Pastori...