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  • Immagine del redattoreZarish Neno

Recensione del mio libro: una piccola matita

Come ci siamo conosciuti


È una sera di fine agosto 2024 e mi sembra strano essere il primo a scrivere una recensione su questo libro. Con Zarish ci siamo incontrati per caso poco più di un anno fa, grazie alla sua straordinaria figlia, Beatrice, e alle cose sorprendenti che scriveva di lei la mamma su facebook. Penso avessimo qualche amico in comune, per cui un giorno mi venne in evidenza questa bimba sorridente che amava Gesù nonostante la sua giovanissima età. Poi ho scoperto che la sua famiglia, sua mamma, era di origine Pakistana e questo è stato ancora più sorprendente poichè ho sempre pensato al Pakistan soprattutto come un Paese musulmano e spesso legato alla storia (e ai conflitti) con l'India. Musulmani, ok, Indù, ok. Ma... Cristiani? Col tempo, ci siamo conosciuti con Zarish e poco più di un mese fa, dopo molti mesi che ci scrivevamo sui social, con lei che era bloccata là in Pakistan e io che ero sempre più curioso di conoscerla, ho avuto il privilegio di poterla visitare nella periferia Torinese, proprio il giorno in cui a Parigi andava in scena quella blasfema baracconata della cerimonia d'apertura delle Olimpiadi. Non ero solo, con me c'erano mio figlio Ashu e il sacerdote del mio Paese. Zarish e già prima di lei Beatrice, avevano infatti espresso il desiderio di benedire la casa dove si trovavano e perchè no, di celebrare una messa (una messa!) proprio a casa loro. E così, senza volere, ci siamo trovati 4 continenti (America, Europa, Asia ed Africa) intorno a Cristo Eucarestia in qualcosa che resterà unico, nel mio cuore.


Il libro

A fine giornata, Zarish mi ha consegnato tre copie del suo libro, e, data la dimesione modesta (una novantina di pagine), nel giro di un paio di giorni sono riuscito a leggerlo. La recensione vera e propria per me sta nel fatto che ovviamente attraverso le sue righe, si è aperta una finestra su un mondo che io proprio neppure immaginavo. Le comunità Cristiane più orientali a cui pensavo erano quelle in Medio Oriente: Libano, Siria, Israele, Iraq, Turchia, Armenia.. L'Iran per me era il limite estremo dove pensare delle enclave (?) Cristiane di qualche genere, perlopiù nella capitale e/o magari tra il personale di qualche ambasciata occidentale. E invece Zarish ha saputo introdurre la sua storia e quella della sua comunità e soprattutto delle grandi, enormi difficoltà che questa si trova quotidianamente a dover far fronte: ci sono limitazioni dovute alla religione, al sesso, al solo fatto di portare visibile una croce al collo.. Leggendo le sue righe, e il coraggio (a volte l'incoscienza) con cui raccontava degli aneddoti che io stesso avrei vissuto in modo diverso, mi rendevo tuttavia conto del divario enorme che c'è tra chi come lei e la sua comunità sono cristiani sul campo di battaglia, pochi ma fortissimi, e chi, come noi in Occidente, "Mah, sì, credente ma non praticante, ma tanto la messa che vuoi che sia, cosa ci si va a fare, anche se salti.. .. tanto Dio sa tutto, perdona tutto, e poi io parlo con Dio dove voglio, poi sti preti, si sa sono tutti...." e poi "benedire la casa? Ma sì, me lo fa un mio amico sciamano, o quell'altro santone indù, tanto è tutto uguale...."  e invece no! In un mondo che fa di tutto per mistificare l'unica Verità mai realmente apparsa in Terra, Gesù, dicendo che è uno come tanti, Zarish ribadisce quante volte questa Verità è venuta provvidenzialmente in suo aiuto.


Un esame di coscienza

Io vi chiedo di leggere il libro e di farvi un esame di coscienza - perchè è quello che fa il libro in realtà, metterci di fronte a tutte le nostre ipocrisie, i nostri compromessi, il nostro privilegio immeritato di vivere in una parte del mondo che ci consente di pregare e di vivere da cristiani mentre noi rimandiamo, nicchiamo, troviamo delle scuse per fare altro. Nel libro, attenzione, non si parla male di questo o di quello o della religione ospitante, bensì della sacrosanta reazione di lei e della sua comunità a fronte dei tanti soprusi ingiustificati, vessatori e gratuiti, commessi proprio contro i Cristiani. Ed è questa reazione vitale, forte, senza vie di mezzo, che è e deve essere d'esempio per noi tutti. Mentre l'Occidente sta morendo, dietro al suo sfrenato delirio ateo e consumistico che ha già rinnegato Dio da molto tempo, altre parti del mondo, come il Pakistan (o la Cina) lottano fieramente per sopravvivere alle tante persecuzioni imposte senza troppi scrupoli per i diritti umani, da quelle stesse persone che una volta qui, vogliono invece imporre i propri con la violenza (vedi UK e Scandinavia in primis) a una società che ha perso ogni identità propria e spina dorsale. La stessa Zarish si è sorpresa, purtroppo, della "tiepidezza" (! eufemismo!) di noi in Occidente, in cui l'unica cosa che li battiamo sono, purtroppo, le bestemmie contro Dio, la Madonna e i Santi, cosa che "neppure nei paesi più poveri è presa in considerazione nonostante le difficoltà e le privazioni delle famiglie, non esiste che qualcuno bestemmi Dio!"  E noi?


Siate più consapevoli e prendete esempio

Leggetelo, questo libro, e siate Cristiani migliori e più consapevoli di ciò che vi è stato donato senza che voi meritaste nulla. Ricordatevi di San Giovanni Battista che pur facendo tutto perfettamente per filo e per segno com'era giusto che fosse, fu comunque decapitato. Essere Cristiani, persone che si sforzano di essere integre e seguire i Comandamenti dell'Amore perchè hanno capito che essi davvero ci trasformano la vita (e non perchè ce l'ha detto/imposto qualcuno) è IN SE' ricompensa, e Zarish lo dimostra coi fatti.  Sua mamma Sofia e sua figlia Bea sono altrettanti esempi luminosi: una di chi ha trasmesso una fede viva, forte, e la conferma anche in età molto avanzata; l'altra di chi si è fidato di chi è venuto prima di lei, e ha trovato un tesoro straordinario, che già oggi, ad appena 4 anni, chiede di approfondire ogni giorno di più, perchè ha già colto l'Eterna Verità nella Parola che le è stata annunciata.


Sostenete il Jeremiah Education Centre

Vorrei cogliere questa opportunità anche per ribadire quanto questa donna, che tra mille difficoltà ha ANCHE trovato i mezzi e la forza di creare un centro di istruzione, il Jeremiah Education Centre ( https://www.facebook.com/jec.pk - in Pakistan, mica in Italia, dove le coop rosse vengono foraggiate e gestiscono milioni di euro!) per le famiglie più svantaggiate e discriminate, ha comunque bisogno del vostro aiuto per garantire un futuro migliore a chi è rimasto là e non può studiare nè lavorare e neppure collegarsi a internet per conoscere il mondo, solo perchè Cristiano.


Buona lettura, e che Dio vi illumini e vi benedica.


Firmato,

DINO BRUSCO


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